Qualche considerazione sulle politiche USA (mar. 2025)

 

Le recenti politiche sui dazi e migratorie di Trump.

Tutti noi abbiamo letto delle recenti polemiche sui dazi che il neo rieletto presidente degli USA Donald Trump, intende applicare a Canada, Messico, Cina ed EU, e sembrano tutti inorriditi del potenziale danno che tali politiche arrcheranno ai vari paesi obiettivo dei dazi. Facciamo una modesta analisi macroeconomica facendo delle premesse.
a. il debito pubblico americano è pari a circa 44.000 dollari procapite di cui oltre il 20% è detenuto da Cina ed UE (l'Italia che è il terzo paese al mondo con debito pubblico procapite più alto è pari a circa 33.000 euro a testa);
b. il sistema industriale USA si basa sulle grandi industrie che però dopo anni di globalizzazione (inventata da loro alla fine degli anni '70) oggi è relegata a mero assemblatore di componenti prodotte per la gran parte in Asia, mentre i servizi sono tutti gestiti internamente;
c. il sistema fiscale USA va a tassare le aziende americane indipendentemente da dove hanno prodotto il loro reddito ed è basato su dati consolidati riparametrati al fatturato realizzato negli USA, quindi significa che se GM fattura complessivamente 100 USD nel mondo e a livello consolidato ha un utile lordo di 14, e negli USA ne fattura 70 USD con un utile lordo di 2, il sistema federale USA tasserà GM non su 2 ma sul 70% di 14 quindi calcolerà la tassazione su 9.8, questo ha comportato che le aziende USA, soprattutto quelle digitali, abbiano spostato i loro profitti negli USA.
d. Attualmente un mutuo ipotecario negli USA si attesta attorno all'8,5% di tasso, mentre in area UE il 3,5%;

e. il dollaro usa 10 anni fa cambiava verso euro a circa 1,3 mentre fino a 10 giorni fa cambiava ad 1,04, per questo l'Euro si è apprezzato di oltre il 20% in 10 anni e l'inflazione USA è cresciuta più di quelle in area UE soprattutto dal 2022 ad oggi, conseguentemente questo ha generato forti guadagni per le aziende esportatrici UE negli ultimi 10 anni che hanno beneficiato di un doppio effetto (cambio e inflazione più alta).

Ora gli effetti sui dazi non potranno far altro che generare nell'immediato un ulteriore aumento dei prezzi negli USA, ancora alti causa post covid, generando inflazione e conseguentemente facendo contrarre in primis il mercato immobiliare USA che è stato da decenni il mercato interno di riferimento e quello sul quale Trump ha fondato il proprio impero economico. 
La risposta ai dazi non sarà necessariamente una risposta utile, sarebbe infatti più facile vendere i titoli di stato USA, svalutando il dollaro e neutralizzando l'effetto dazi per le aziende europee, cinesi, messicane e canadesi, così costringendo i mercati ad imporre a Trump ed alla Fed di correre ai ripari. Infatti gli stessi mercati in 3 giorni e prima ancora delle risposte dei vari paesi oggetto dei dazi,  hanno svalutato il dollaro del 5%, così dando un segnale forte al presidente USA che infatti annuncia i dazi e poi li rinvia.
Trump è troppo intelligente per non comprendere questo ed è troppo capace nel gestire la comunicazione interna e per questo, secondo me, alla fine non applicherà nessun dazio, ritornando a far apprezzare il dollaro portandolo alla pari con l'euro e la fed abbasserà i tassi facendo ripartire il merato immobiliare, il tutto manipolando l'informazione e facendo credere ai suoi cittadini di aver vinto contro gli altri paesi.
Passando alla politica migratoria, questa è così dura che non si limita ad espellere tutti i residenti illegali ed i loro figli, ma come spesso accade negli USA, hanno esagerato e sono da subito scattati dei controlli a tappeto su tutti coloro i quali non sembrano americani, i metodi sono quelli USA, con posti di blocco sulle strade, bus-jail e carri attrezzi, se non hai con te il passaporto, lasci li l'auto che te la portano in un deposito a tue spese, ti caricano nel bus e quando è pieno ti portano agli uffici dell'immigrazione per i controlli, che possono durare ore se non giorni, quindi dopo i controlli se sei in regola, ti lasciano libero, ma devi andare a riprendere l'auto e paghi almeno 180 usd. Il risultato immediato è stato che tutti quegli immigrati che ancora avevano permessi di soggiorno con scadenze brevi, se ne sono andati e gli irregolari, sono entrati nel sommerso, ciò sta porovocando un disastro nella forza lavoro, soprattutto nell'agricoltura (in florida non raccolgono più pomdori ed arance da oltre 20 giorni), edilizia e accoglienza, cosa che già sta facendo aumentare i prezzi, già alti della ristorazione e dell'alimentare; ulteriore elemento che contribuirà all'aumento dell'inflazione, bestia nera degli USA.
Ciò detto, sono piuttosto confidente che questa fiammata, presto si spegnerà e riporterà ottimismo, soprattutto nel mercato interno americano, che personalmente continuerei a guardare con interesse, soprattutto da oggi ad inizio estate.

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Parliamo di polizze catastrofali

il prossimo 31 marzo scade il termine, per tutte le aziende, di sottoscrivere una polizza catastrofale, quindi una polizza che vada a coprire quei danni spesso esclusi da tutte le polizze, anche le all-risk, ma facciamo un passo indietro.
Negli ultimi 80 anni gli eventi catastrofali in italia sono aumentati, portando la spesa per interventi d'urgenza da circa 2,8 miliardi a circa 6 miliardi l'anno (i numeri non sono certi ma indicativi ed approssimativi e risentono di stime anche della spesa privata). Secondo alcuni studi il completo risanamento del territorio dello stato italiano prevederebbe una spesa complessiva dai 100 ai 300 miliardi di euro a seconda che il calcolo provenga da commissioni di Stato o da associzioni "green". In ogni caso secondo tali dati la spesa statale annua solo per indennizzi e modesti risanamenti, coprirebbe l'intero costo per la messa in sicurezza in un tempo oscillante tra i 16 ed i 50 anni. Quindi se dopo l'alluvione di Firenze del '66 si fosse dato seguito al piano per il risanamento del dissesto idrogeologico, oggi saremmo tutti in sicurezza e certamente tutti più ricchi.
Comunque oggi le imprese hanno questo obbligo e noi commercialisti siamo tenuti a segnalarlo ai nostri clienti, ma poi come al solito si prevede un obbligo e non sono chiare le sanzioni. Infatti pare che le uniche sanzioni saranno quelle di non poter accedere a contributi statali se non si è coperti verso il rischio, inutile dire che immagino che tutti coloro che decideranno ed otterrano contributi pubblici, si affretteranno a coprirsi verso tali rischi solamente in quel momento.
Tale obbligo non comporta però una modfica dei codici di legge e le responsabilità per alluvioni, esondazioni, frane ed altre calamità prevedibili, rimarranno a carico di chi è responsabile della cosa pubblica. 

Ho sentito alcuni che sostenevano come tale norma fosse giusta, e forse hanno anche ragione, ma c'è il solito problema delle tasse. Infatti se io mi sostituisco allo Stato e per fare questo sostengo un costo, non ritengo opportuno che a tale costo, non corrispoda una analoga riduzione della contribuzione fiscale annuale, quindi non riterrei opportuna la semplice deducibilità (riduzione della base imponibile). E poi, se oggi obbligo le imprese, domani potrei obbligare anche i privati e le famiglie a fare altrettanto, con la differenza ulteriore che i privati, nemmeno possono portare a costo tale polizza a meno di una modifica del TUIR. Quindi cosa fare ?
Certamente la polizza va fatta, stando attenti al concetto di primo rischio assoluto e valutando in maniera corretta, non solamente il rischio del danno emergente ma anche quello del lucro cessante, quindi il potenziale fermo dell'attività a causa dell'evento dannoso.
Di certo riterrei opportuno che le associazioni di categoria si facciano promotrici di una seria protesta, volta a richiedere la completa detraibilità (riduzione della contribuzione fiscale-sconto d'imposta) del costo sostenuto, con limitazioni massime individuate per parametri aziendali oggettivi (tipologia di azienda, fatturato, n. di dipendenti, valori delle immobilizzazioni materiali nette e valori del magazzino).

 

Aggiornamento:
Il 28 marzo u.s. sono stati approvati i nuovi termini per l'obbligo come segue:
piccole e micro imprese 01.01.2026
Medie Imprese (Tot Stato Patrimoniale da 5 a 25mln; Fatturato da 10 a 50 mln e dipendenti da 50 a 250) scadenza del 01.10.2025;
Grandi Imprese 31.03.2025 con proroga di 90 gg per eventuale inadempimento nell'assegnazione contributi pubblici (quindi fino al 29.06.2025); 

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